Abbiamo conosciuto Vittorio Montixi a Milano in occasione dell’evento di crowdmapping di avvio del progetto “Indipendentemente: percorsi e risorse verso l’autonomia”, promosso da Parent Project aps e Ledha Milano, realizzato con il sostegno della Fondazione di Comunità Milano Onlus.
Gli abbiamo chiesto questa intervista per dare ai nostri lettori la possibilità di vedere da vicino esperienze concrete di educatori di ragazze e di ragazzi con disabilità alle prese con i temi dell’accessibilità.
– Grazie mille per questa intervista, Vittorio!
I nostri lettori avranno modo di scoprire grazie a te più da vicino il mondo degli educatori di ragazze e ragazzi affetti da disabilità. Sappiamo che la tua professione spazia dalle attività con Parent Project APS fino al progetto personale “Viaggio di Enea”: raccontaci di più!
Grazie a voi! Lavoro come educatore e da circa 10 anni porto avanti un progetto personale, chiamato Vi.d.Ea [Viaggio di Enea], che si proponga di lavorare sul concetto di autonomia e vita indipendente di persone con patologie neuromuscolari come la distrofia muscolare di Duchenne. Formato dalla Parent Project su questo tipo di patologia ho collaborato con loro su alcuni progetti inclusivi sul territorio lombardo. Partendo dalle proposte dei ragazzi sviluppo dei progetti in modo tale che si possa lavorare su temi importanti come il concetto di autonomia (e qui rientra anche il diritto al movimento), empowerment del proprio network, comunicazione efficace.
- Quanto è importante il tema dell’accessibilità nel tuo lavoro?

Inizio sottolineando che il diritto al movimento è sancito dalla “Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità” informazione che ancora oggi non tutti hanno ben in mente.
Il tema accessibilità è estremamente importante perché ognuno di noi ha il diritto di poter andare dove
meglio crede sia per assolvere a dei doveri ma anche per puro piacere. L’organizzazione di percorsi, che
suddivido i alcuni step affinchè si crei un metodo programmatico per portare avanti piu’ attività, e di
eventuali gite per me è sempre stata una necessità e strumento educativo perché queste possibilità ci danno la possibilità di sviluppare social-skills che in taluni casi in persone con mobilità ridotta potrebbero essere deficitarie. È importante sottolineare che aver la possibilità di uscire dà la possibilità di fare esperienze di vita [positive e/o negative] importanti formative che in alcuni casi possono essere l’inizio di nuove idee e nuovi interessi da coltivare.
- Ci descriveresti la tua esperienza con Kimap?

La collaborazione con Kimap mi ha dato la possibilità di creare dei laboratori, in collaborazione con la Parent Project aps, sul territorio milanese che avessero scopi sociali ed educativi. Dopo un lungo periodo di reclusione a casa poter tornare ad uscire è stato rinvigorente. Kimap ci è stato utile perché ci ha dato la possibilità di condividere i nostri progetti potendo, così, facilitare altre persone nel caso fossero interessate a fare gli stessi percorsi. C’è stato un forte interesse da parte dei ragazzi nel partecipare a questi laboratori visto che hanno visto valorizzato il lavoro svolto, comprendendo bene la difficoltà di organizzare una semplice uscita, una volta condiviso sull’app.
Grazie mille a Vittorio Montixi e a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno utilizzato l’app con tale entusiasmo: siamo davvero lieti di ospitare sull’app e sul sito anche i risultati del vostro bellissimo lavoro.