L’attività fisica e lo sport possono rappresentare uno strumento importante di socializzazione, oltre ad essere indispensabile per il benessere fisico e mentale. Per di più, svolgere attività motoria migliora la qualità della vita percepita dai disabili. Purtroppo però, ancora oggi, le persone con disabilità non hanno le stesse opportunità di praticare attività sportiva rispetto al resto delle persone.
Secondo una ricerca ISTAT, in Italia, solo il 14,4% delle persone con disabilità svolge qualche attività fisica, e soltanto il 9,1% di queste pratica sport; significa quindi che, 8 persone disabili su 10 sono inattive.
A questo proposito, il CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano), che si occupa di promuovere lo sport nelle università, ha svolto, nel 2021, una ricerca con l’obbiettivo di quantificare gli studenti universitari disabili che praticano attività motoria e sportiva in Italia, ma soprattutto di identificare le motivazioni e le barriere all’accesso a queste attività. Dall’analisi dei dati è emersa la presenza di 83 studenti con disabilità impegnati in sport-attività fisica su ben 19 Università diverse.
Inoltre, di 38 centri universitari sportivi che hanno risposto ad un questionario per la rilevazione dei dati, 10 non avevano studenti disabili impiegati in attività motorie.
Per quanto riguarda le barriere di accesso alla pratica sportiva, è stato rilevato che i fattori ambientali che influiscono sull’accesso degli studenti disabili alle attività motorie promosse dalle università sono: la mancanza di informazioni su queste attività; la mancanza di trasporti e ausili; la presenza di strutture non adeguate e di ambienti non inclusivi.
Risulta perciò essenziale adeguare le strutture sportive universitarie, abbattendo le barriere architettoniche, in modo da creare ambienti inclusivi e funzionali, formare tecnici in grado di lavorare al fianco degli studenti con disabilità e abbattere le barriere informative, per attirare la giusta attenzione e promuovere il tema dell’accessibilità e dell’inclusione delle persone disabili, sia in relazione alle strutture universitarie in generale che in relazione alle attrezzature sportive.
Kimap si sta già muovendo in questa direzione attraverso attività di crowdmapping dell’accessibilità anche nelle strutture universitarie: per esempio, abbiamo mappato le strutture del CUS del campus di Sesto Fiorentino (UNIFI), individuandone criticità ed interessanti punti di forza che potrebbero essere potenziati.
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