IL BLOG DI KIMAP

Kimap per l’inclusione a 360° | Pride Month

Non è una mera azione comunicativa, non è rainbow washing: Kimap ha nel proprio DNA la parola inclusione, e questo riguarda anche i diritti LGBT, le cui battaglie hanno forti punti in comune coi diritti delle persone con disabilità. L'approfondimento in occasione del Pride Month 2023.

La battaglia di Kimap per una realtà inclusiva è da intendersi sempre in un’accezione molto ampia.
Non è possibile, cioè, costruire città accessibili senza che tutti possano viverle pienamente, lontano da discriminazioni e oltre uno stato di costante invisibilità.

Purtroppo, la condizione discriminatoria affligge ancora oggi la nostra società.
Abbiamo già avuto modo di affrontare in parte questo argomento per ciò che concerne le discriminazioni ai danni delle persone con disabilità, tema che naturalmente trattiamo, rispetto a cui la nostra posizione è ovvia.
Ciò che oggi vogliamo esprimere è che naturalmente, allo stesso modo, lavoriamo ogni giorno con l’idea di una società davvero inclusiva per tutti.

In giugno si celebra il Pride Month, ed è proprio questa l’occasione per ribadire il fatto che per il team di Kimap non c’è spazio per le discriminazioni non solo abiliste (ovvero ai danni delle persone portatrici di disabilità) ma anche omo-lesbo-bi-transfobiche.

RAINBOW WASHING? NO! Battaglie storicamente comuni.

Le battaglie portate avanti dalla comunità lgbt sono da considerarsi strettamente connesse al tema dell’abilismo.
Storicamente, la comunità arcobaleno e quella delle persone con disabilità hanno condiviso il dolore di discriminazioni e persecuzioni con radici politico-ideologiche molto simili, talvolta identiche.
Basti risalire alla Seconda Guerra Mondiale, ovviamente, ma non solo: il legame è davvero profondo.
La matrice comune delle discriminazioni abiliste e omofobe è facile da comprendere, e risulta immediato approfondendo il tema dell’abilismo, che non è da intendersi come un semplice “comportarsi male coi disabili”; si tratta, piuttosto, di un fenomeno sociale che ha delle radici qui ben descritte che rappresentano la matrice anche per l’odio contro la comunità lgbt:

L’abilismo ci induce ad essere cert* che, se c’è una persona disabile in una stanza, la si riconosce subito. Inoltre, ci infonde l’idea che esistano dei corpi normali, o meglio, una normalità corporale e mentale, accettabile, riconoscibile, e per questo rassicurante: e che poi esistano delle deviazioni dalla norma, dis-funzionali, dis-allineate e per questo pericolose
fonte

SIAMO SEMPRE TANTE COSE ALLO STESSO TEMPO

Essere socialmente scardinati da una maggioritaria concezione di normalità è il seme dei crimini d’odio o delle frasi d’intolleranza che un certo numero di persone continua a mettere in pratica.
Ma, come diceva qualcuno, “visto da vicino nessuno è normale”. Siamo certi che, facendo nostre queste parole e donando un’accezione ulteriore, occorra fare in modo che queste normalissime “anormalità” siano viste da vicino, poiché un altro punto in comune tra la comunità delle persone portatrici di handicap e la comunità lgbt è proprio l’invisibilità che le caratterizza.
L’invisibilità è intesa come assenza dall’agenda politica delle istanze portate avanti da queste persone, e più in generale come mancanza totale o parziale di attenzione rispetto alla problematiche che si è costretti a vivere e subire.
La coscienza di un’invisibilità è ciò che muove ogni giorno il team di Kimap: siamo consapevoli che prima di tutto occorra abbattere le barriere informative dell’accessibilità, dunque facendo uscire dall’ombra il mondo della disabilità, ponendolo sotto i riflettori così da innescare una sensibilità collettiva diversa.
Questo ci auguriamo che accada anche nel caso dell’orientamento sessuale e delle identità di genere.

UNA NUOVA CONCEZIONE DI ORGOGLIO

Questo articolo non avrebbe il senso che ha se si limitasse a determinare i punti in comune fra due battaglie distinte. In realtà, le battaglie contro l’abilismo e l’omofobia sono spesso portate avanti insieme. Laddove ci sia una piazza a chiedere diritti, è sempre più frequente che vi siano rappresentanze di entrambi questi mondi.
I Pride che si celebrano in questo periodo in tutta Italia e nel mondo puntano spesso i propri riflettori sull’intersezione che si genera tra queste ed altre battaglie inclusive, esponendo di fatto il concetto che nessuno debba mai rimanere indietro, da qualunque punto di vista lo si intenda.
Celebrare il Pride Month con questo articolo e con qualche post sui social dunque non è per noi semplicemente cucirci addosso un arcobaleno, ma esporre una questione identitaria.
Buon Pride Month!

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